La vittoria della Brexit apre scenari drammatici, non solo sul piano economico-finanziario.Adesso il destino dell’Europa diventa realmente incerto, ma è, in generale, l’equilibrio socio-politico del continente europeo (e non solo) ad essere in pericolo.
Già si intravede, infatti, una stagione politica dominata dal tema “Europa sì – Europa no”, che condizionerà tutte le prossime elezioni politiche e che rischierà di aprire la stagione del populismo al governo delle nazioni europee.
Niente, purtroppo, accade per niente!
L’Europa prima franco-germanica, poi, germanocentrica è la negazione dell’idea stessa di Europa.
La delegittimazione della Commissione Europea è stato un errore fatale, frutto dell’egoismo, in specie, della Germania e della Francia.
La politica economica incentrata sul pareggio di bilancio con la conseguente esasperata austerità e il disastro della non-politica sull’immigrazione, che ha segnato la crisi “finale”, hanno fatto il resto.
Se può e si deve ripartire, ma il cambio di rotta deve essere radicale: crescita e sviluppo al centro; eliminazione della logica burocratica, che ci ha “regalato” regolamenti comunitari improbabili con normative assurde (es. quella sul baco da seta) e dell’ingerenza della burocrazia europea.